A Champaign, nell’Illinois, un team guidato dal professor Victor Stams e dallo studente Rand Kittani ha sviluppato una tecnologia che potrebbe rivoluzionare la medicina ricostruttiva: protesi mammarie su misura stampate in 3D direttamente in ambulatorio, a un costo irrisorio rispetto ai metodi tradizionali.

Oggi una protesi può costare fino a 5.700 dollari. Il loro modello, invece, abbatte drasticamente i prezzi: tra 50 e 200 dollari, a seconda dei materiali utilizzati. Tutto grazie alla stampa “point-of-care”, cioè in loco, eliminando intermediari, spedizioni e lunghe attese.

Una protesi su misura, in poche ore

Il processo inizia con una scansione 3D del seno sano, eseguita direttamente in ambulatorio. I dati raccolti vengono poi elaborati tramite software CAD per progettare una protesi che rispecchi perfettamente le curve, le proporzioni e le esigenze estetiche della paziente. La stampa avviene subito dopo, utilizzando materiali flessibili come poliuretano, resine biocompatibili o silicone medicale.

Il risultato è una protesi leggera, naturale al tatto, personalizzabile in forma, colore e peso. Il tutto in tempi rapidissimi: dalle settimane dei metodi classici si passa a poche ore.

Un impatto sociale concreto

Questo approccio non è solo una questione tecnologica, ma anche sociale. Ridurre i costi e i tempi significa rendere la ricostruzione post-mastectomia più accessibile, anche per chi vive in aree remote o ha risorse limitate. Inoltre, si migliora la qualità della vita delle pazienti, riducendo disagi fisici ed emotivi.

Il progetto si inserisce in una tendenza globale che guarda alla stampa 3D come alleata della medicina personalizzata. Ma Champaign si distingue per una promessa ambiziosa: portare innovazione e umanità nello stesso gesto, quello di restituire a una donna una parte di sé.