Nel mondo della stampa 3D, sia che si tratti di tecnologie a resina (SLA, DLP, LCD) sia di stampa FDM a filamento, l’attenzione ai dettagli fa la differenza tra una stampa mediocre e un risultato professionale. Tra gli strumenti più versatili, efficaci e trasversali in entrambi i contesti, spicca un prodotto chimico spesso sottovalutato: l’alcol isopropilico, conosciuto anche come IPA.

Utilizzato per la pulizia delle stampe, la manutenzione dei componenti, e persino in alcune fasi del post-processing avanzato, l’IPA è una risorsa preziosa tanto per i principianti quanto per gli operatori esperti. In questa guida esploreremo l’impiego dell’isopropanolo nella stampa 3D a resina e filamento, analizzandone caratteristiche, vantaggi, limiti, sicurezza, alternative e metodi di smaltimento responsabili.

Indice

Cos’è l’alcol isopropilico (IPA)

L’alcol isopropilico, o isopropanolo, è un solvente volatile, incolore e con formula chimica (CH₃)₂CHOH. È largamente impiegato nell’industria elettronica, farmaceutica e meccanica per le sue qualità sgrassanti e la capacità di evaporare rapidamente senza lasciare residui.

È proprio questa rapidità di evaporazione che lo rende ideale nella stampa 3D: non danneggia componenti sensibili, non lascia aloni e agisce rapidamente anche su materiali difficili come resine fotopolimeriche e plastiche derivate dal PLA o ABS.

Perché si usa nella stampa 3D a resina

Nel caso di stampanti SLA/DLP/LCD, l’alcol isopropilico è essenziale nella fase di post-processing:

  • Rimuove la resina liquida non polimerizzata dalla superficie dei modelli.
  • Facilita la pulizia del piatto di stampa, del vat e di altri componenti interni.
  • Aiuta a rimuovere i supporti senza danneggiare le geometrie complesse.
  • Si integra perfettamente con le wash & cure station, per un workflow automatizzato.

La procedura standard prevede l’immersione del modello appena stampato in un bagno di IPA (puro o diluito), spesso seguito da un risciacquo in acqua distillata e dalla polimerizzazione finale sotto luce UV.

Pulizia e uso nella stampa FDM

Anche se meno critico rispetto alla stampa a resina, l’uso dell’IPA nella stampa a filamento (FDM/FFF) è comunque consigliato in diverse fasi operative:

1. Pulizia del piano di stampa

Il piano di stampa, soprattutto se in vetro, PEI, BuildTak o simili, deve essere sgrassato prima di ogni stampa per garantire l’adesione del primo layer. L’IPA rimuove polvere, oli da dita e residui di adesivi.

2. Pulizia degli estrusori e degli hotend

Quando il filamento si brucia o lascia residui carbonizzati, l’IPA può essere utilizzato per pulire a freddo le superfici esterne degli estrusori (con attenzione). Non va usato direttamente sull’hotend incandescente o sui componenti elettronici scoperti.

3. Rimozione di residui da superfici e oggetti stampati

L’IPA può aiutare a rimuovere:

  • Colla stick, lacca o spray adesivo
  • Tracce di filamento fuso o supporti
  • Polvere o grasso accumulato su guide e cuscinetti lineari (solo in casi specifici e con prudenza)

Come si usa l’IPA: modalità d’impiego

Nella stampa a resina:

  • Pulizia modelli: immergere in IPA e agitare per almeno 5 minuti. Per modelli complessi, usare una siringa per pulire le cavità interne.
  • Pulizia del vat: mai versare IPA direttamente sulla pellicola FEP/PFA. Svuotare la resina, poi pulire con un panno morbido e poco IPA.
  • Lavaggio strumenti e superfici: utilizzare IPA per spatole, pinzette, contenitori di raccolta resina.

Nella stampa FDM:

  • Applicare l’IPA su un panno morbido e strofinare il piano di stampa prima dell’uso.
  • Usare con un cotton fioc per pulire ugelli spenti, superfici dell’estrusore e parti in plastica.
  • Evitare di bagnare ventole, sensori e cablaggi.

Quale purezza scegliere?

Non tutti gli IPA sono uguali. Quello da supermercato (30%) non è adatto a scopi tecnici.

Per la stampa 3D è raccomandato usare:

  • IPA 95% o superiore (fino al 99,9%)
  • Disponibile in flaconi da 1L o taniche da 5L
  • Prezzo medio: da € 5 per 500 ml a € 25 per 5L

Una diluizione al 70% con acqua distillata è spesso consigliata per ridurre l’evaporazione rapida e prolungarne l’efficacia, soprattutto nel lavaggio manuale delle stampe a resina.

Sicurezza e precauzioni

L’alcol isopropilico è:

  • Infiammabile
  • Irritante per pelle e occhi
  • Tossico se inalato ad alte concentrazioni

Precauzioni d’uso:

  • Indossare guanti in nitrile e occhiali protettivi
  • Lavorare in ambienti ben ventilati o sotto cappa
  • Evitare fiamme libere nelle vicinanze
  • In caso di contatto, lavare immediatamente la zona con acqua

Alternative all’alcol isopropilico

A seconda della disponibilità o delle esigenze specifiche, si possono valutare altri solventi:

Alternativa Compatibilità Note
Etanolo 95% Resina, FDM Efficace, ma più costoso
TPM (Formlabs) Solo per resina Sicuro, non infiammabile, odore ridotto
Acetone FDM (ABS) Troppo aggressivo per PLA e resina
Sapone e acqua calda FDM, resina light Sicuro, ma meno efficace
Detergenti speciali Resina Ottimizzati per produttori specifici

Smaltimento e riciclo

L’alcol isopropilico è considerato rifiuto speciale e non può essere smaltito nel lavandino o nella spazzatura domestica.

Opzioni di smaltimento:

  • Contattare un servizio di smaltimento rifiuti pericolosi
  • Raccogliere in contenitori appositi
  • Le bottiglie vuote (in plastica) vanno smaltite come rifiuto chimico

Riciclo:

  • Filtrare IPA usato con carta filtro o mesh metalliche
  • Separare particelle di resina per riutilizzo successivo
  • Usare distillatori domestici o UV-set per rigenerare il solvente

Conclusione

L’alcol isopropilico è un compagno silenzioso ma insostituibile nella stampa 3D, sia essa a resina che a filamento. Dalla pulizia precisa dei modelli alla manutenzione accurata delle macchine, questo solvente garantisce efficienza, qualità e longevità al parco stampanti.

Conoscere come, quando e dove utilizzarlo, oltre ad adottare le giuste precauzioni, significa elevare il proprio flusso di lavoro a livello professionale, evitando errori comuni e proteggendo la propria attrezzatura.