La nuova politica di Bambu Lab per il controllo delle autorizzazioni sulle sue stampanti 3D ha raggiunto ora anche i modelli più accessibili della serie A e P. Questa mossa, già molto discussa, completa il progetto dell’azienda di limitare le comunicazioni con dispositivi e materiali di terze parti, suscitando reazioni contrastanti nel mondo della stampa 3D.
Bambu Lab, produttore noto per le sue stampanti 3D di fascia media e alta, ha introdotto un aggiornamento software che impone un sistema di “authorization control” su tutte le macchine delle serie A e P, comprese quelle a prezzo ridotto. Questa novità obbliga l’autenticazione obbligatoria di componenti e materiali proprietari per assicurare il funzionamento corretto delle stampanti. In pratica, gli utenti non possono più utilizzare liberamente materiali o accessori non ufficiali senza rischiare blocchi o malfunzionamenti.
Questa strategia rappresenta un ampliamento significativo del cosiddetto “lockdown” già avviato da Bambu Lab. L’obiettivo dichiarato è garantire qualità e sicurezza durante le operazioni di stampa, ma ha sollevato molte critiche tra maker, appassionati e professionisti, che vedono questa soluzione come un vincolo eccessivo alla libertà creativa e al libero mercato delle materie prime.
Il sistema di controllo si basa su un protocollo digitale che verifica in tempo reale l’autorizzazione dei componenti installati e del filamento utilizzato. Se un elemento non risulta certificato, la stampante può limitare le funzionalità o impedire la stampa. Questo porta a una quasi completa chiusura del sistema verso materiali alternativi, con evidenti ripercussioni sul budget e la flessibilità degli utenti.
La decisione di estendere questa misura anche ai modelli budget della serie A e P indica che Bambu Lab intende mantenere un controllo uniforme su tutta la sua gamma di prodotti. A lungo termine, questo potrebbe avere un impatto significativo sul mercato, influenzando sia i consumatori finali che i rivenditori di materiali non originali.
Il dibattito resta acceso: da una parte chi apprezza l’impegno dell’azienda per la standardizzazione e la sicurezza, dall’altra chi denuncia una forma di “chiusura” che può frenare l’innovazione e aumentare i costi per gli utenti meno esperti o con budget limitati.
Con questo aggiornamento, Bambu Lab conferma la propria posizione nel panorama della stampa 3D, puntando a un controllo più rigido sui propri dispositivi per garantire prestazioni ottimali, anche a costo di limitare alcune libertà storicamente apprezzate dagli utenti del settore.