Negli ultimi giorni è scoppiato un vero e proprio allarme nella comunità degli appassionati di stampa 3D: una truffa online ben organizzata sta colpendo chi vuole acquistare stampanti Bambu Lab. L’imbroglio è tanto semplice quanto efficace: i truffatori hanno creato siti web falsi che sembrano copie quasi perfette del sito ufficiale di Bambu Lab, e li usano per vendere prodotti a prezzi incredibilmente bassi, attirando così acquirenti poco attenti.

Come funziona la truffa

Questi siti fake non sono delle semplici pagine improvvisate, ma delle riproduzioni molto curate del portale ufficiale, con banner, foto dei prodotti, video recensioni di influencer famosi e persino riferimenti a premi e riconoscimenti reali ricevuti dall’azienda. Un vero e proprio specchietto per le allodole.

Le offerte? Stampanti 3D top di gamma come la Bambu Lab X1 o l’ultima H2D a prezzi ridicoli rispetto a quelli ufficiali: si parla di sconti che arrivano fino al 75%. Un esempio? Un sito truffaldino proponeva la H2D a poco più di 500 dollari, mentre sul mercato il prezzo ufficiale si aggira intorno ai 2.000.

Per aumentare la pressione sull’acquirente e indurlo all’acquisto immediato, questi siti usano diversi trucchi psicologici: timer che contano alla rovescia, avvisi di scorte limitate, pop-up che mostrano numeri fittizi come “43 persone stanno guardando adesso” o “33 articoli nel carrello”. Tutto per far credere che stia succedendo qualcosa di urgente e da non perdere.

La truffa corre anche sui social

Ma non è tutto qui. I truffatori sfruttano anche la pubblicità a pagamento su Facebook e Instagram, piattaforme di Meta, creando inserzioni che sembrano campagne ufficiali di Bambu Lab. Alcune pubblicità mostrano link che sembrano portare al sito vero (bambu.com), ma in realtà reindirizzano a domini falsi, come bamboo-3d.com, completamente estranei all’azienda.

Dalle verifiche sui domini emerge che molti di questi siti truffa sono stati registrati solo pochi giorni prima dell’avvio delle campagne pubblicitarie, segno che gli autori della truffa lavorano in modo molto rapido e coordinato, creando nuovi siti non appena quelli precedenti vengono scoperti e chiusi.

La reazione della community e le responsabilità delle piattaforme

La community di appassionati e professionisti della stampa 3D si sta mobilitando per diffondere l’allarme, soprattutto attraverso gruppi Facebook privati e forum specializzati. Il problema è che questi avvisi restano spesso confinati a cerchie ristrette, senza raggiungere un pubblico più vasto.

Molti utenti vittime della truffa segnalano inoltre la difficoltà di recuperare il denaro perso, soprattutto quando hanno usato metodi di pagamento non sicuri o non rimborsabili, come bonifici o criptovalute.

Il tema solleva anche una questione più ampia: la responsabilità delle piattaforme pubblicitarie come Meta. Nonostante i numerosi report di inserzioni fraudolente, la rimozione degli annunci è stata lenta o incompleta, lasciando spazio a questi abusi. Esperti del settore e consumatori chiedono a gran voce controlli più severi e procedure più rapide per identificare e bloccare le truffe.

Come proteggersi da queste truffe

Vista la complessità e la rapidità con cui si sviluppano questi inganni, esperti e influencer come il canale YouTube Maker’s Muse hanno diffuso alcune regole d’oro per evitare di cadere nella trappola:

  • Verifica sempre l’URL del sito: controlla che non ci siano errori di ortografia, trattini aggiuntivi o estensioni insolite.
  • Usa strumenti come WHOIS per controllare da quanto tempo è registrato un dominio: aziende serie usano domini attivi da anni, non da pochi giorni.
  • Diffida di sconti troppo generosi: un’offerta del 70% o più su una stampante nuova è quasi sicuramente una truffa.
  • Preferisci metodi di pagamento che offrono protezione, come carte di credito o wallet digitali, ed evita trasferimenti diretti senza garanzie.
  • Se hai dubbi, visita sempre il sito ufficiale dell’azienda o contatta il loro servizio clienti.

Truffe nella stampa 3D: un problema noto

Questo non è il primo episodio di truffe legate al mondo della stampa 3D. Negli ultimi anni, soprattutto sulle piattaforme di crowdfunding, si sono visti progetti fake molto simili a quelli reali, che hanno creato confusione e perso la fiducia di molti sostenitori.

Un esempio è quello di NEA 3D, startup canadese che nel 2015 vide apparire su Kickstarter una campagna molto simile a quella ufficiale su Indiegogo, con lo stesso branding e immagini, ingannando potenziali backer. Situazioni simili sono capitate anche a Pirate3D con la sua stampante Buccaneer, quando una campagna quasi identica è comparsa su un’altra piattaforma, causando disorientamento e venendo poi rimossa.