Immagina di avere tra le mani un oggetto grande quanto una cassetta degli attrezzi, capace di produrre fino a sei litri di acqua potabile al giorno… partendo solo dall’aria che respiri. Non è fantascienza, ma il prototipo di Water from Air, un dispositivo modulare progettato da Louisa Graupe e Julika Schwarz che potrebbe diventare una delle soluzioni più interessanti alla crisi idrica globale. La vera rivoluzione? Questo sistema è stato progettato per essere stampato in 3D, rendendo la sua produzione economica, accessibile e replicabile ovunque.

Ogni giorno, più di 14 persone muoiono nel mondo per cause legate all’acqua non potabile. In questo contesto, l’idea di produrre acqua sfruttando solo l’umidità atmosferica – senza elettricità, senza filtri, senza infrastrutture – suona quasi come un superpotere. Il dispositivo sfrutta i cosiddetti Metal-Organic Frameworks (MOF), materiali porosi che assorbono selettivamente le molecole d’acqua. Il risultato è una macchina semplice, leggera e soprattutto scalabile.

Ma Water from Air è anche una dichiarazione d’intenti: un invito a immaginare una tecnologia distribuita, decentralizzata, open-source. Una rivoluzione digitale che sgorga direttamente da una goccia d’aria.

Come funziona davvero Water from Air?

Il funzionamento è sorprendentemente low-tech, ma con un tocco di brillantezza ingegneristica. Il cuore del dispositivo è costituito da MOF – materiali metallo-organici noti per la loro porosità estrema – inseriti all’interno del coperchio superiore del sistema. Basta aprire questo coperchio e lasciarlo esposto per circa un’ora: i MOF iniziano ad assorbire le molecole d’acqua presenti nell’aria, un processo passivo e silenzioso.

Dopo la raccolta, il coperchio viene chiuso. A questo punto l’aria intrappolata all’interno si riscalda naturalmente grazie all’isolamento e alla geometria del dispositivo, innescando un processo di condensazione. L’acqua viene così rilasciata dai MOF e si raccoglie nel serbatoio inferiore. Aprendo una semplice valvola a sfera, l’acqua può essere versata come da un normale rubinetto. L’intero processo – raccolta, condensazione, rilascio – dura circa due ore e può essere ripetuto più volte al giorno.

Il sistema produce fino a sei litri di acqua potabile al giorno senza bisogno di energia elettrica né filtri aggiuntivi, grazie al fatto che i MOF tendono ad assorbire pochissimi inquinanti. Il design include una maniglia integrata per il trasporto e si adatta perfettamente sia a contesti urbani che rurali, in zone desertiche come in quelle costiere.

Stampa 3D: il vero enabler tecnologico

Gran parte del valore di Water from Air sta nel modo in cui è stato costruito. La stampa 3D ha permesso di realizzare un sistema su misura, modulare e adattabile. Il serbatoio e la parte intermedia sono stati realizzati con tecnologia FDM (modellazione a deposizione fusa) utilizzando PETG trasparente, mentre il coperchio – che contiene i MOF – è stato stampato con una macchina SLA, in quattro parti assemblate dopo la post-produzione.

Questa scelta tecnologica permette non solo una prototipazione veloce, ma apre le porte alla produzione distribuita. L’ambizione delle creatrici è chiara: rilasciare i file CAD del progetto affinché chiunque, in qualunque parte del mondo, possa scaricare e stampare Water from Air localmente. Un’idea che ricorda l’approccio open-hardware già adottato in altri settori, dall’automazione agricola all’elettronica.

Una visione per il futuro: acqua per tutti

La missione è tanto semplice quanto potente: rendere accessibile l’acqua potabile a chi non ce l’ha. Oggi Water from Air è un prototipo, ma domani potrebbe essere una rete globale di micro-produttori d’acqua, autonomi, resilienti e decentralizzati. L’idea di un file digitale che possa salvare vite umane è quanto di più futuristico – e concreto – si possa immaginare oggi.

Grazie all’unione di scienza dei materiali, design parametrico e manifattura additiva, Louisa e Julika stanno dimostrando che non serve un’infrastruttura miliardaria per cambiare il mondo: basta una stampante 3D, qualche centimetro d’aria umida e una buona dose di visione.