Negli ultimi due anni Bambu Lab ha conquistato una posizione di rilievo nel mondo della stampa 3D grazie a stampanti 3D affidabili, facili da usare e a prezzi competitivi. Ma non è solo la loro tecnologia a fare notizia: è il loro design degli spool di filamento a stare lentamente trasformando l’intero settore. I loro spool di filamento, cioè i supporti su cui è avvolto il materiale plastico, sono diventati un modello di riferimento per tutti. Sono progettati per adattarsi perfettamente agli accessori AMS (Automatic Material System) dei dispositivi Bambu Lab, che permettono il cambio automatico del filamento. Il problema è che gli spool di altri produttori spesso non entrano o non girano bene nelle loro macchine. La differenza può stare in pochi millimetri di diametro interno, esterno o larghezza, ma basta questo per creare problemi.
Questo ha generato una situazione in cui gli utenti devono cercare adattatori 3D stampabili o consultare liste di compatibilità, con risultati non sempre soddisfacenti. Di conseguenza, diversi produttori terzi di filamenti stanno iniziando a modificare silenziosamente il design dei loro spool per allinearsi a quello di Bambu Lab. Alcuni vendono addirittura refill di filamento compatibili con gli spool originali, un chiaro segnale di come il mercato stia rispondendo alla domanda di uniformità. In pratica, se un produttore vuole mantenere o aumentare le vendite, deve garantire che il proprio filamento funzioni senza intoppi sulle macchine più popolari. E Bambu Lab, con la sua crescente quota di mercato, sta diventando il modello da seguire.
Questa evoluzione sta trasformando il formato Bambu Lab spool in uno standard de facto per l’industria della stampa 3D. Sebbene non ci siano ancora annunci ufficiali o endorsement formali, è evidente che la maggior parte dei nuovi produttori sta adottando questo formato, perché in fondo è una questione di praticità e convenienza economica. Interessante notare che pochi produttori di stampanti 3D stanno progettando macchine specificamente per questo formato, con eccezioni come Creality e Anycubic, le cui soluzioni AMS sembrano funzionare bene con spool Bambu Lab. Tuttavia, nei prossimi anni, è molto probabile che il formato venga adottato sempre più diffusamente, spingendo chi non si adegua a rischiare di rimanere indietro.
Per il futuro, la speranza è che venga stabilito uno standard RFID per gli spool di filamento, una tecnologia che potrebbe rivoluzionare la gestione automatica dei materiali nella stampa 3D. Un sistema del genere permetterebbe alle stampanti di riconoscere automaticamente il tipo di filamento montato, rendendo l’esperienza utente ancora più fluida e riducendo gli errori. Alcuni come Elegoo hanno già proposto questa idea, ma siamo ancora agli inizi e la diffusione è limitata. Nel frattempo, non resta che pazientare e osservare come il settore si evolverà, con Bambu Lab che, forse senza nemmeno volerlo, sta dettando le regole di un mercato in rapida trasformazione.