Se stampi in 3D da più di qualche settimana, prima o poi ti è successo: la stampa parte bene, i primi layer sembrano promettenti… poi all’improvviso un angolo si solleva, il pezzo si incurva o – nel peggiore dei casi – si stacca completamente dal piatto trasformando ore di lavoro in spaghetti di plastica.
La reazione più comune è dare la colpa alla stampante, al firmware o al piatto “difettoso”. In realtà, nella maggior parte dei casi, la stampante non c’entra nulla.
Il distacco dal piatto è quasi sempre il risultato di una cattiva adesione del primo layer, e questa dipende da una combinazione di fattori che spesso vengono sottovalutati. La buona notizia? Non servono upgrade costosi o piatti miracolosi: basta correggere una cosa fondamentale che molti ignorano.
Il vero problema è il primo layer (e come lo stai stampando)
Il primo layer è la base di tutta la stampa. Se non aderisce perfettamente, tutto quello che viene sopra è destinato a fallire, anche se parametri, modelli e materiali sono corretti.
L’errore più comune è stampare il primo layer troppo “alto”: l’ugello deposita il filamento senza schiacciarlo a sufficienza, creando una linea tonda invece che leggermente appiattita. A occhio può sembrare corretto, ma a livello fisico l’adesione è minima.
Un primo layer corretto deve:
- essere leggermente schiacciato contro il piatto
- formare linee continue che si fondono tra loro
- non presentare spazi vuoti né filamento “appoggiato”
Se vedi il filamento posarsi come un filo sopra il vetro o la piastra PEI, la Z-offset è quasi certamente sbagliata.
Pulizia del piatto: il dettaglio che rovina tutto
Anche con un primo layer perfetto, un piatto sporco annulla ogni sforzo. Grasso delle dita, residui di colla, polvere o alcol evaporato male riducono drasticamente l’adesione.
Un errore diffusissimo è pulire il piatto “ogni tanto” o solo quando la stampa fallisce. In realtà, va pulito spesso, soprattutto se tocchi la superficie con le mani.
Regola semplice:
- alcol isopropilico prima di ogni stampa lunga
- lavaggio con acqua calda e sapone ogni tanto (soprattutto PEI)
- mai toccare la superficie dopo la pulizia
Molti problemi di warping e distacco spariscono già qui.
Temperatura e velocità: meno è meglio
Stampare il primo layer alla stessa velocità degli altri è un altro errore comune. Il materiale ha bisogno di tempo e calore per aderire correttamente.
Buone pratiche:
- primo layer più lento (15-25 mm/s)
- piatto leggermente più caldo rispetto al resto della stampa
- ventola spenta o molto bassa nei primi layer
Raffreddare troppo presto significa far contrarre il materiale prima che abbia aderito davvero.
Non è colpa della stampante (quasi mai)
Quando una stampa si stacca dal piatto, il problema raramente è hardware. Nella stragrande maggioranza dei casi è una combinazione di:
- Z-offset errato
- piatto sporco
- primo layer troppo veloce o troppo freddo
Correggere questi aspetti richiede pochi minuti, ma fa la differenza tra stampe fallite e risultati affidabili.
Se le tue stampe continuano a staccarsi, non cambiare stampante: cambia approccio. Il primo layer non perdona, ma quando lo fai bene… tutto il resto viene da sé.
