La medicina rigenerativa compie un balzo in avanti con l’adozione di APLICOR 3D, una piattaforma avanzata di bioprinting impiegata presso l’University of Toledo Health. Al centro del progetto c’è il dottor Munier Nazzal e il suo team della Divisione di Chirurgia Vascolare, Endovascolare e Cura delle Ferite, che hanno scelto questa tecnologia per affrontare una delle sfide più complesse della medicina clinica: la gestione delle ferite croniche. Queste lesioni, spesso legate a patologie come diabete e insufficienza vascolare, rappresentano un costo elevato per il sistema sanitario e un peso significativo per i pazienti, tra dolore persistente, lunghi tempi di guarigione e alto rischio di complicanze.
APLICOR 3D sfrutta un approccio altamente personalizzato: dalle cellule adipose del paziente viene creato un “bioinchiostro” che, attraverso un modello tridimensionale generato da AI, viene stampato in tempo reale per ottenere un innesto cutaneo su misura. Il risultato? Un trattamento mirato, tempestivo e meno invasivo che rivoluziona il concetto stesso di cura delle ferite. In meno di un’ora si passa dal prelievo alla medicazione applicata, con benefici tangibili in termini di efficacia clinica e ottimizzazione delle risorse ospedaliere.
APLICOR 3D: come funziona il sistema che stampa pelle personalizzata
La piattaforma APLICOR 3D sviluppata da Rokit Healthcare e distribuita negli Stati Uniti da Tides Health è composta da tre elementi chiave. Il primo è AiD Regen Tablet, un’interfaccia software intelligente che acquisisce l’immagine della ferita e genera automaticamente un modello 3D, adattando forma e spessore alle necessità individuali. Il secondo è la bioprinter APLICOR 3D, che deposita con precisione millimetrica uno scaffold biologico creato con tessuto adiposo autologo, garantendo biocompatibilità e minore rischio di rigetto. Terzo elemento è lo Scaffold Kit monouso, disponibile in più formati, progettato per evitare contaminazioni e garantire massima sicurezza.
Il flusso operativo è snello: una volta raccolto il grasso del paziente, il software elabora le immagini e genera il file per la stampa. L’intero processo si completa in circa un’ora direttamente in reparto, senza necessità di trasporto o conservazione del materiale. Questo consente di applicare l’innesto bioprintato immediatamente, come fosse una medicazione avanzata, favorendo la rigenerazione cellulare e riducendo la necessità di bendaggi ripetuti.
Finora, oltre 100 casi clinici trattati con questa tecnologia hanno mostrato una significativa riduzione dei tempi di guarigione, con un miglioramento generale della qualità di vita dei pazienti e una maggiore efficienza organizzativa per le strutture sanitarie coinvolte.
Un modello da replicare: tecnologia e sanità si incontrano nella clinica
L’adozione di APLICOR 3D da parte dell’University of Toledo Health è molto più di un semplice aggiornamento tecnologico: rappresenta un nuovo modello di assistenza. La possibilità di standardizzare la produzione di innesti cutanei su misura riduce l’impatto della variabilità tra operatori e garantisce una qualità costante, due fattori chiave per una diffusione su larga scala nei contesti clinici.
La partnership tra Rokit Healthcare, specialista sudcoreano nel bioprinting, e Tides Health, realtà attiva nella medicina rigenerativa, ha permesso di portare sul mercato statunitense una soluzione all’avanguardia senza gli ostacoli logistici legati alla produzione centralizzata. Questo ha dato il via a un nuovo modello di collaborazione tra industria e clinica, dove tecnologia e know-how medico si fondono per produrre innovazione a uso quotidiano.
Guardando al futuro, le applicazioni di APLICOR 3D non si fermano alle ulcere croniche. Il sistema ha potenziale per estendersi al burn care, al trattamento di lesioni articolari e, più in generale, alla stampa 3D di tessuti su misura per diverse esigenze cliniche. Il bioprinting non è più fantascienza: è una concreta risposta ai bisogni della medicina personalizzata.