Un team di ricercatori ha compiuto un importante passo avanti nella lotta contro il diabete di tipo 1, grazie a una nuova tecnologia di stampa 3D in grado di produrre isole pancreatiche funzionali. Queste strutture, note anche come isole di Langerhans, sono responsabili della produzione di ormoni come l’insulina, essenziale per regolare i livelli di glucosio nel sangue.

Nel diabete di tipo 1, il sistema immunitario attacca le cellule beta delle isole pancreatiche, impedendo la produzione naturale di insulina. Attualmente, i pazienti devono ricorrere a iniezioni quotidiane per sopravvivere. Il nuovo approccio potrebbe rivoluzionare il trattamento.

Il segreto del successo risiede in un innovativo bioink a base di alginato e tessuto pancreatico umano decellularizzato. Questa combinazione ha permesso di stampare strutture tridimensionali estremamente delicate senza comprometterne la funzionalità. La stampa avviene a una pressione molto bassa (30 kPa) e a una velocità ridotta (0,33 mm/s), garantendo la sopravvivenza del 90% delle isole durante il processo.

A differenza dei tradizionali trapianti di isole pancreatiche, che richiedono un intervento complesso per inserirle nel fegato, le versioni stampate possono essere impiantate semplicemente sotto la pelle. I test preliminari hanno mostrato che queste isole rilasciano insulina in risposta al glucosio in modo persino superiore alle aspettative.

Restano ancora ostacoli da superare, soprattutto nella disponibilità di materiale pancreatico umano, attualmente limitata. I ricercatori stanno quindi esplorando fonti alternative, come tessuti animali, per rendere la terapia accessibile su larga scala.

Sebbene non si tratti ancora di una cura definitiva, questa tecnologia rappresenta una svolta nel trattamento personalizzato del diabete e apre la strada a future sperimentazioni cliniche su modelli animali. La stampa 3D potrebbe davvero cambiare il volto della medicina rigenerativa.