La Chan Zuckerberg Initiative (CZI), fondata da Mark Zuckerberg e Priscilla Chan, sta scuotendo il mondo della biotecnologia con un approccio innovativo che combina stampa 3D a basso costo e ricerca cellulare avanzata. L’obiettivo? Accelerare la comprensione delle malattie e rivoluzionare la medicina personalizzata. Attraverso i suoi tre Biohub – a San Francisco, Chicago e New York – CZI sta portando tecnologie all’avanguardia nelle mani di scienziati e ricercatori, abbattendo barriere tradizionali legate ai costi e all’accessibilità.

San Francisco è il cuore pulsante dell’innovazione con “Printess”, una bio-stampante open source che costa solo 250 dollari, un prezzo irrisorio rispetto alle macchine tradizionali da decine o centinaia di migliaia di dollari. Questa stampante usa la tecnologia Direct Ink Writing (DIW), una delle più versatili nel campo della bio-stampa, capace di lavorare materiali di diversa viscosità e chimica. La scelta di renderla open source ha un impatto enorme: laboratori di tutto il mondo possono replicarla, personalizzarla e usarla per creare tessuti e modelli cellulari, aprendo nuove strade in ambiti che vanno dalla rigenerazione tissutale alla robotica.

Intanto, a Chicago la ricerca prende una piega ancora più sofisticata: qui si combinano sensori ultrasensibili e tessuti stampati in 3D per studiare in tempo reale i processi infiammatori che causano malattie croniche. Grazie a piattaforme bioelettroniche all’avanguardia, il team guidato da Shana O. Kelley sta svelando come si attivano i segnali cellulari nei tessuti umani, creando modelli tridimensionali che mimano fedelmente l’ambiente biologico reale. Questo non è solo un salto tecnologico, ma una potenziale rivoluzione nel modo di diagnosticare e trattare le patologie infiammatorie, aprendo la strada a terapie più mirate e meno invasive.

New York si concentra invece sull’ingegneria delle cellule immunitarie per intercettare e correggere difetti prima che si trasformino in malattie gravi come i tumori o i disturbi neurodegenerativi. Anche se per ora la bio-stampa 3D non è ancora usata direttamente in questo hub, le tecnologie emergenti indicano che modelli 3D di tumori e tessuti potrebbero presto aiutare i ricercatori a simulare le interazioni tra cellule tumorali e cellule immunitarie, velocizzando la ricerca di nuove terapie immunitarie. L’obiettivo è trasformare le cellule immunitarie in “sentinelle” intelligenti, capaci di prevenire malattie prima che si manifestino, un vero salto di qualità per la medicina predittiva.

La portata di questi sforzi si riflette anche nelle opportunità fiscali per le aziende che investono in ricerca e sviluppo. La bio-stampa 3D, infatti, non è solo un’innovazione scientifica ma un elemento chiave per ottenere crediti d’imposta legati all’R&D, con possibilità di recuperare spese legate a personale tecnico, materiali e sviluppo di processi. Per le aziende californiane, dove CZI ha anche una struttura dedicata, questi incentivi fiscali rappresentano un ulteriore stimolo a innovare.

In un momento in cui il finanziamento pubblico alla ricerca biologica è più incerto, la Chan Zuckerberg Initiative si posiziona come un motore indipendente e visionario, in grado di portare avanti progetti di frontiera e democratizzare l’accesso a tecnologie che un tempo erano appannaggio di pochi. La loro bio-stampa 3D a basso costo e le applicazioni biomediche stanno già cambiando il modo in cui concepiamo la salute e la cura, proiettandoci verso un futuro in cui prevenzione, diagnosi e terapia saranno più precisi e personalizzati.